New York Academy, la recensione
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Ispirato ai musical della tradizione odierna, New York Academy (High Strung, nella versione originale) porta sul grande schermo i sogni e le ambizioni dei suoi protagonisti.
Prodotto, scritto e diretto da Michael Damian, racconta di un mondo che riporta i coniugi Damian alle origini: lui musicista e lei ballerina, esattamente come i personaggi interpretati da Nicholas Galitzine e Keenan Kampa.
Il primo è Johnnie, un violinista di strada in cerca di fortuna, la seconda, Ruby, è una ballerina di musica classica e ha vinto una borsa di studio per il Conservatorio di Manhattan; il loro incontro casuale li unirà e li metterà a confronto con un gruppo di artisti molto diverso, gli Switchsteps, con i quali uniranno le forze.
La trama di per sé non ha nulla di nuovo. Trovano spazio storie secondarie, alcune delle quali ricordano molto un prodotto confezionato per il pubblico casalingo e senza pretese, alcuni eventi, di cui vediamo le conseguenze, sono lasciati all’immaginazione di chi guarda e non ve n’è spiegazione alcuna.
Nel cast anche attori di spicco quali Paul Freeman (René Belloq in I Predatori dell’Arca Perduta), Maia Morgenstern (Maria nella Passione di Cristo) e la pluripremiata Jane Seymour (nota per essere stata una Bond Girl in Vivi e lascia morire e per il ruolo di protagonista nella serie La Signora del West). La loro presenza – peraltro in breve misura – non basta però a porre rimedio alle abilità recitative non proprio particolarmente espressive dei due protagonisti.
Un dato molto evidente nel corso della visione del film è sicuramente il fatto che coloro che vi recitano sono professionisti, tutti, tra musicisti e ballerini: le performance sono grandiose, grandi i pezzi musicali. Un plauso va sicuramente al coreografo Dave Scott – già noto per il lavoro in Step Up 2 – e a Nathan Lanier, compositore – recentemente per Jem e le Holograms e il teaser trailer di The Legend of Tarzan, ora nelle sale.
È chiaro che il lungometraggio si pone come obiettivo quello di sorprendere con le performance in esso contenute e di celebrare la danza, la musica, l’energia che trova la sua maggiore espressione nel desiderio di realizzare un grande sogno. Insomma, parliamo di un film confezionato per gli amanti del genere, apprezzando a pieno le capacità tecniche del corpo di ballo e musicali, pur sorvolando sulla recitazione e sulle vicende in esso narrate.
Luca Lobuono
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