Madame Web, la recensione
Dopo i due film su Venom e Morbius nessuno aveva grandi aspettative sul quarto film live-action Marvel targato Sony Pictures, eppure Madame Web è riuscito nell’ardua impresa di far rivalutare in parte i precedenti lungometraggi inseriti nell’universo di Spider-Man. Quello diretto da S.J. Clarkson non è un film brutto in senso assoluto, così come non lo erano Venom e Morbius, ma è un film sbagliato: pensato male, realizzato senza la minima ambizione e promosso perfino in maniera ingannevole.
Quella di Cassandra Webb, Cassie per gli amici e formalmente Madame Web, è una storia che si protrae editorialmente fin dai primi anni ’80 quando il personaggio comparve nel numero 210 di The Amazing Spider-Man (n°26 de L’Uomo Ragno in Italia). Non si tratta, però, di un personaggio mainstream nell’universo di Spider-Man, anche se è stata determinante in alcuni archi narrativi dell’Arrampicamuri, motivo per il quale ha generato un po’ di stupore, misto a perplessità, la notizia che Sony le stava dedicando una origin story da solista.
Cioè non si tratta di Venom o Kraven (di cui attendiamo lo stand-alone entro quest’anno) che hanno saputo camminare con i propri piedi in avventure leggendarie o hanno guadagnato testate dedicate, ma di un personaggio che ha avuto un ruolo di supporto nelle avventure dell’Uomo Ragno conoscendone anche l’identità. Materiale, se vogliamo, difficile da trattare in uno stand-alone che non comprendesse Spider-Man, motivo per il quale il team di sceneggiatori Matt Sazama, Burk Sharpless e Claire Parker hanno dovuto scrivere quasi da zero una storia attorno a questo personaggio abbastanza enigmatico che ne spiegasse le origini, i poteri e contestualizzasse il tutto nell’universo Marvel della Sony.
Il risultato è un Frankenstein creato da evidenti compromessi che implicassero l’utilizzo di personaggi comprimari appartenenti al mondo di Spider-Man, il ringiovanimento della protagonista (ispirata alla versione Ultimate) e il sottacere la presenza di Spider-Man ambientando la vicenda prima della nascita di Peter Parker. Di tutti questi elementi, quel che disturba maggiormente è l’inserimento scriteriato di ben tre celebri Donne ragno (Julia Cornwall Carpenter, Martha Franklin, Anya Corazon) senza farle essere le Spider-Women che tutti i lettori dei fumetti conoscono. E qui si è giocato sporco, perché tutta la promozione del film ha puntato sui costumi indossati da Julia, Mattie e Anya ma che nel film compaiono solo nel primo atto come una brevissima premonizione del futuro, ma un futuro che il film non esplora. Quindi, cari amici nerd, sappiate che Madame Web è davvero un film su Madame Web. Solo su Madame Web!
Il prologo si ambienta nel 1973 in Perù, dove la dottoressa Constance Webb, incinta all’ottavo mese, sta partecipando a una spedizione scientifica alla ricerca di una rara specie di ragno che ha nel veleno delle facoltà curative. Insieme a lei c’è Ezekiel Sims, apparentemente un leale collega, ma in realtà interessato a rubare per scopi personali tutti i risultati della ricerca. Il tradimento di Sims porta alla morte di Constance, che viene soccorsa all’ultimo da una popolazione di Uomini-Ragno indigeni che la aiutano a partorire iniettandole il veleno del ragno guaritore.
Un balzo in avanti di trent’anni ci porta a conoscenza di Cassandra Webb, figlia di Constance, che guida l’ambulanza a New York insieme al collega Ben Parker, che sta per diventare zio. Dopo un incidente che le ferma il cuore per tre minuti, Cassandra si sveglia con la facoltà di vedere il futuro, un potere totalmente incontrollabile che le crea disagio e confusione, ma anche l’opportunità di evitare dei disastri. Mentre è in metropolitana, Cassandra vede l’imminente attacco ai danni di tre ragazzine da parte di un inquietante individuo avvolto in un costume attillato e capace di arrampicarsi sulle pareti. Per questo motivo, la donna trascina via le tre ragazze, Julia, Mattie e Anya, evitando che l’uomo le aggredisca. Si tratta di Ezekiel Sims, il vecchio rivale di Constance, che ora è dotato di superpoteri proprio grazie al ragno sottratto in Perù trent’anni prima e ha un motivo ben preciso per cercare le tre ragazze che ora sono sotto la protezione di Cassandra.
Seppure ci sia una certa efficacia nell’imbastire una storia di origini attorno al personaggio di Madame Web e collegarla al celebre collega e rivale di Spider-Man Ezekiel Sims, con tanto di inserimento di tre future Spider-Women e dei personaggi di Ben Parker (Adam Scott) e Mary Parker (Emma Roberts) pre-Peter, il film Madame Web è strutturalmente un disastro. Scandita da un ritmo pressoché inesistente, la vicenda ci mette tantissimo ad entrare nel vivo con la prima scena d’azione (quella in metropolitana) che arriva a metà film e la prima vera svolta narrativa che porta verso una consapevolezza fumettistica inserita a ben 90 minuti dall’inizio, quando il film sta ormai per avviarsi alla conclusione. Per gran parte del tempo, infatti, il film si arrovella sugli stessi concetti (accettare il fatto che Cassie abbia delle premonizioni) apparendo ripetitivo, perfino noioso, con richiami – probabilmente non voluti – alla saga di Final Destination, ma ovviamente senza lo splatter che ha sempre caratterizzato quei film.
Anche a livello visivo il film appare poco accattivante, quasi povero, con scene d’azione metropolitane prive di comparse e un uso davvero esiguo di effetti speciali di qualsiasi tipo. Inoltre, si intuisce che il film abbia avuto consistenti rimaneggiamenti, forse in sede di montaggio, perché alcune sequenze appaiono quasi slegate tra loro con salti geografici davvero poco coerenti e credibili e una gestione del tempo impercepibile.
Il cast punta tutto sulle bellissime protagoniste. Dakota Johnson fa davvero il massimo per rendere interessante il suo personaggio e le va dato atto che è probabilmente uno dei maggiori punti a favore dell’intera operazione. Sydney Sweeney, Isabela Merced e Celeste O’Connor emergono più per bellezza che per bravura, ma va detto che i loro personaggi sono un po’ schiavi di stereotipi utili a caratterizzarle in poche battute e – torniamo di nuovo lì – dispiace davvero molto non vederle davvero agire con gli alter-ego superoistici perché il lavoro fatto sul look era davvero riuscito.
Ezekiel Sims è interpretato dal talentuoso Tahar Rahim, indimenticabile protagonista de Il Profeta, un bravo attore intrappolato in un personaggio che è molto più interessante sui fumetti di come appaia in questo film.
In conclusione, Madame Web si mostra come un’opera nata sbagliata e priva di qualsiasi ambizione, come se consapevole della sua inadeguatezza all’universo espanso in cui si inserisce. E infatti, nonostante il finale aperto, si ha la sensazione che di Cassandra Webb non sentiremo parlare in futuro. Di certo, se Sony vuole continuare sulla strada dello Spider-Man Universe (e oltre a Kraven è in arrivo anche Venom 3) deve lavorare con maggior cognizione di causa perché continuare a produrre film che sembrano b-movie degli anni ’90 non giocherà per molto a loro favore.
Alzatevi tranquillamente dalla poltrona appena partono i titoli di coda, Madame Web non ha alcuna scena all’interno e dopo i credits.
Roberto Giacomelli
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