Blue Beetle, la recensione

In questo 2023, l’Universo Cinematografico DC Comics si trova in una fase delicata che, per ora, non è stata ben gestita da Warner Bros. Dopo il passaggio dirigenziale della divisione cinematografica dedicata ai cinecomics nelle mani di Peter Safran e James Gunn, infatti, i numerosi film già pronti, appartenenti alla precedente dirigenza e riamasti in stand by distributiva, sono diventati più un fardello di cui liberarsi che un motivo di guadagno, tanto che le idiosincrasie di marketing e il sentimento ormai negativo verso questi prodotti che si è creato nel potenziale pubblico stanno partorendo un flop dietro l’altro. Ha iniziato Black Adam a seminare i frutti dell’insuccesso, anche se nell’autunno 2022 non era ancora chiaro quale fosse il futuro della DC al cinema, poi Shazam! – Furia degli déi ha confermato questa tendenza con un sostanziale disinteresse del pubblico e The Flash ha messo la proverbiale pietra tombale su tutto l’universo, con uno dei più grandi flop economici della storia moderna della Warner Bros. In attesa di poter capire cosa sarà di Aquaman and the Lost Kingdom (al momento previsto in uscita per fine 2023 e ultimo film del “vecchio” DCEU), arriva timidamente nei cinema Blue Beetle, film dedicato a un eroe “minore” della DC Comics e inizialmente pensato come HBO Max Original, ma poi “salvato” dalla stessa nuova Warner/Discovery e promosso a un’uscita in sala (stessa sorte era toccata all’ottimo La Casa – Il risveglio del male che si è rivelato un successo commerciale e di critica).

Quindi ora, in piena estate e a soli due mesi di distanza dal disastroso The Flash, facciamo la conoscenza di Blue Beetle nel film di Ángel Manuel Soto, un regista premiato al Sundance Film Festival, dove aveva presentato in concorso il drammatico Charm City Kings, scritto da Barry Jenkins (Moonlight) e prodotto da Will Smith.

Facciamo una piccola puntualizzazione, visto che anche in questo caso – come accaduto per The Flash – ci sono molte voci discordanti in rete sul legame che Blue Beetle ha con l’universo cinematografico DC. Il film di Ángel Manuel Soto è una origin story senza alcun legame a nessun altro film del passato più o meno recente. Da un paio di battute capiamo che Blue Beetle esiste nello stesso universo in cui esistono Superman, Batman e Flash ma non viene fatta menzione a nessuna incarnazione di questi eroi nello specifico: Blue Beetle è, quindi, un film completamente indipendente a livello narrativo e in quanto tale può essere collocato in qualsiasi possibile universo condiviso, passato o futuro.

Come i lettori dei fumetti ben sapranno, Blue Beetle è un personaggio piuttosto “anziano”, editorialmente parlando, creato nel lontanissimo 1939 sulle pagine di Mystery Men Comics della Fox Comics. Da allora, Blue Beetle – che all’epoca aveva come alter ego umano l’archeologo Dan Garrett – è passato nelle mani di diverse case editrici fino ad essere acquistato dalla DC nel 1983, quando aveva già subito un soft reboot e il testimone dello scarabeo era passato nelle mani dello scienziato milionario Ted Kord. È del 2006, invece, la terza incarnazione di Blue Beetle quando l’identità del supereroe viene assunta dal giovane messicano Jaime Reyes, creato da Keith Giffen, John Rogers e Cully Hamner per la miniserie evento Crisi Infinite fino a diventare il nuovo Blue Beetle ufficiale. Ed è proprio su questa terza incarnazione che si basa il film diretto da Ángel Manuel Soto.

Dopo essersi laureato in giurisprudenza, Jaime torna a El Paso dalla sua famiglia, un affiatato clan di origini messicane che vive con l’attività famigliare, l’officina Reyes, in cui lavorano papà Alberto e l’eccentrico zio Rudy. Ma gli affari non vanno bene e i Reyes rischiano lo sfratto, così Jaime rinuncia a tutte le sue ambizioni e si mette a lavorare come inserviente nella casa di Victoria Kord, la proprietaria delle Kord Industries, una multinazionale nel campo delle tecnologie robotiche che sta sviluppando un nuovo sistema esoscheletrico che aiuterà la polizia del Texas. Il primo giorno di lavoro di Jaime però non va proprio come sperato e il ragazzo viene licenziato da Victoria Kord in persona, ma fa anche la conoscenza di sua nipote Jenny che è in aperto conflitto con gli affari della zia. Quando Jenny offre un nuovo lavoro a Jaime, quest’ultimo si ritrova coinvolto in una faida famigliare che mette in pericolo la sua incolumità e quella di tutta la famiglia Reyes perché il ragazzo viene fortuitamente in possesso di un misterioso scarabeo trafugato dai laboratori delle Kord Industries, un antico manufatto di natura extraterrestre che conferisce al ragazzo dei poteri straordinari trasformandolo in Blue Beetle.

La storia scritta da Gareth Dunnet-Alcocer e diretta da Ángel Manuel Soto è la più classica delle origin story di un supereroe, perfettamente scandita in tre atti, con una divisione ben chiara tra buoni e cattivi e con tanto di scene bonus mid e post credits. Tra l’altro, nonostante le necessarie quadrature da adattamento cinematografico, il film su Blue Beetle è anche molto fedele alla controparte fumettistica, racchiudendo in un’unica storia anche riferimenti importantissimi al passato a fumetti del super-eroe.

Il risultato è davvero molto gradevole, un film ordinato, leggero, divertente e con cuore, accessibile al 100% a chi non ha la più pallida idea di chi sia Blue Beetle nel mondo dei fumetti ma pronto a soddisfare anche chi le avventure dello scarabeo blu le conosceva già.

Se a livello narrativo Blue Beetle non rappresenta davvero nulla di nuovo (il team di sviluppo, oltre al fumetto, ha sicuramente guardato a Iron Man di Jon Favreau) è comunque apprezzabile come le diverse influenze abbiano trovato una coerenza capace di dar vita a un supereroe diverso dal solito, un ragazzo estremamente legato alla sua famiglia che vive la sua condizione come una maledizione invece che un vantaggio, anche se è destinato a diventare un vero e proprio simbolo di rivalsa per la sua gente, ovvero la comunità messicana negli Stati Uniti. Perché Jaime Reyes/Blue Beetle, oltre ad essere il primo vero supereroe latino-americano DC portato al cinema in un ruolo da protagonista, è fortemente ancorato alle sue origini e alle sue tradizioni, al suo essere figlio di immigrati, prima generazione ancora fortemente influenzata dal retaggio dei genitori.

Il film torna spesso a parlare dell’importanza della cultura d’appartenenza (occhio a Nana Reyes, la dolce nonnina interpretata da Adriana Barraza) e del legame speciale che si può avere con la propria famiglia, tanto che si viene a contrapporre quella Reyes con quella Kord con diverse declinazioni; ma Blue Beetle è sempre e comunque un film di supereroi senza troppe ambizioni politiche o socio-antropologiche, in cui un ragazzo buono e altruista viene prescelto come difensore dei deboli contro un villain e il suo super-braccio destro.

Xolo Maridueña, star di Cobra Kai, è un efficacissimo Jaime Reyes (molto somigliante alla controparte cartacea) e la sua trasformazione in Blue Beetle è stata davvero ben gestita e ottimamente resa, tra l’altro con effetti visivi di qualità ben superiore a quelli che ultimamente stanno caratterizzando i cinecomics delle majors. Nel ruolo della gran villain c’è Susan Sarandon e, anche se di certo non ricorderemo questo come il ruolo della sua vita, l’attrice di Thelma & Louise riesce comunque a dar corpo a una Victoria Kord opportunista e spietata molto credibile; anche se a lasciare maggiormente il segno è il monolitico Raoul Trujillo che dà volto a Carapax, l’Uomo Indistruttibile conosciuto sui fumetti soprattutto come nemesi del secondo Blue Beetle (Ted Kord). E i lettori del fumetto sicuramente ne ameranno il look nella sua versione potenziata!

Nel resto del cast si distinguono soprattutto la modella brasiliana Bruna Marquezine, che è Jenny Kord, e l’attore comico George Lopez che è zio Rudy, decisamente sopra le righe – e per questo facilmente insopportabile per qualcuno – ma indispensabile per conferire al film l’immancabile tono comedy che appartiene praticamente a ogni cinecomic mainstream. Segnaliamo che nel ruolo della madre di Jaime c’è Elpidia Carrillo, che ricordiamo come co-protagonista del mitico Predator al fianco di Arnold Schwarzenegger.

Nel complesso, dunque, Blue Beetle è un gradevolissimo cinecomic che si pone fieramente come prodotto minore, sia produttivamente parlando che in una logica di universi condivisi, svincolato da legami ingombranti e pronto a seguire una sua strada personale (ma ovviamente destinata a congiungersi con quella di altri supereroi), se il pubblico lo premierà. Così su due piedi, se mi chiedete un confronto ad altri prodotti DC, quello che più si avvicina a Blue Beetle è il primo Shazam!, anche se nel film di Ángel Manuel Soto c’è una dose minore di commedia e una maggiore concessione alla fantascienza invece che al fantasy.

Non uscite subito dalla sala, come si diceva su, c’è una scena mid credits (molto importante) e anche un breve bonus al termine di tutti i titoli di coda.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • È un film leggero e divertente che introduce degnamente il personaggio di Blue Beetle.
  • Cast efficace.
  • Fedeltà al fumetto con il look di Blue Beetle e Carapax davvero riusciti!
  • Stringi stringi non è davvero nulla di nuovo nel panorama cinecomics, soprattutto a livello narrativo.
  • Il personaggio dello zio Rudy è un po’ troppo forzato nell’essere la spalla comica.
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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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