Appunti per la distruzione. La schizofrenica (in)definibilità del Male
Il secondo lungometraggio di Simone Scafidi, Appunti per la distruzione (2009), è finora il film più anarchico e schizofrenico nella filmografia del regista – tanto nella forma quanto nei contenuti: e non potrebbe essere diversamente data l’impossibilità di trattare in maniera organica il soggetto – cioè lo scrittore “maledetto” Dante Virgili (1928-1992) e il suo romanzo La distruzione, un viaggio che si evolve poi senza soluzione di continuità in un più ampio discorso su cosa sia il Male.
Il cinema di Scafidi non è mai banale, e anche quando affronta le biografie lo fa sempre a modo suo, esulando sia dal semplice biopic sia dal documentario classico (e lo vediamo anche adesso con Fulci for fake): Appunti per la distruzione è un unicum, una complessa e affascinante docu-fiction in cui le interviste a vari personaggi del mondo della cultura si affiancano in modo paratattico a potentissime scene di fiction ispirate dalla lettura de La distruzione, senza però avere la pretesa (impossibile) di trasporre la vita e l’opera di Virgili.
Scritto dallo stesso Scafidi insieme ad Andrea Riva De Onestis – attore “feticcio” del regista e protagonista dei momenti di fiction – Appunti per la distruzione accompagna lo spettatore alla scoperta di questo scrittore attorno a cui si è creata una sorta di leggenda (e il regista ama parlare di queste figure): un uomo dall’aspetto repellente, del quale sappiamo poco (addirittura non esiste neanche una sua fotografia), con una vita improntata al sadismo e alla perversione, autore di questo romanzo nazista caratterizzato da una narrazione schizofrenica nello stile, crudele e nichilista nei contenuti.
Nel corso del film sono intervistati i personaggi più disparati e la struttura è divisa in due parti: la prima è dedicata alla vita e all’opera di Virgili (o almeno a quanto è possibile sapere), la seconda (che nasce spontaneamente dal discorso) è incentrata sulla (im)possibilità di definire cosa sia il Male, per poi tornare a parlare dello scrittore nella conclusione. Il tutto amalgamato in modo omogeneo dalla mano sicura di Scafidi che dà vita a un discorso unico e a una narrazione appassionante, cadenzata in vari capitoli (ciascuno dei quali è chiamato “appunto”) e inframezzata dagli inserti cinematografici.
Attraverso lo scrittore Ferruccio Parazzoli, che aveva un rapporto stretto con il personaggio, Antonio Franchini (Mondadori), Marco Monina (peQuod), lo scrittore e saggista Bruno Pischedda e il politologo Massimo Fini, Simone Scafidi ripercorre così la pubblicazione de La distruzione nel 1970 presso la Mondadori, passata quasi sotto silenzio, poi la nascita del “caso Virgili” con la ristampa nel 2003 presso peQuod, oltre a fornire particolari inquietanti e indefiniti sulla vita di Dante Virgili. Come sempre nel cinema di Scafidi, più che dare risposte si pongono domande, e ciascun intervistato dice la sua senza giungere a conclusioni certe: Virgili era davvero di ideologia nazista? La distruzione può essere definito un vero e proprio romanzo nazista? Probabilmente la risposta è sì a entrambe le domande: ambientato nel 1956, è incentrato su un piccolo borghese che ha vissuto il nazismo e si trova ora imprigionato in una vita che non fa per lui, finendo per desiderare lo sterminio dell’umanità. E poi: quanto c’è di Virgili nel protagonista del romanzo? Qualcosa sicuramente c’è, ma non sappiamo bene in quale misura. La distruzione parla anche dei nostri tempi? Sembrerebbe di sì, visto che in un passo addirittura “profetizza” l’attentato alle Torri Gemelle.
Partendo dal caso Virgili, Appunti per la distruzione diventa poi una disquisizione sul Male, nella sua forma sia concreta che astratta, sia fisica che metafisica, e sull’impossibilità di definirlo: passando dalla filosofia alla teologia, dalla politica alla religione, intervengono Vito Mancuso, Maurizio Blondet, Gabriele Mandel, David Peace, Moni Ovadia, Marco Pannella, Giancarlo Simonetti e ancora Massimo Fini in una tavola rotonda più complessa rispetto alla prima parte ma altrettanto affascinante.
Appunti per la distruzione è impregnato di nichilismo, inquietudine, distruzione e autodistruzione, è un film in grado di suscitare disagio a pelle nello spettatore, tanto nei racconti del documentario quanto nelle scene di fiction. Il bravissimo attore e performer Andrea Riva De Onestis, che già avevamo ammirato ne Gli arcangeli e che ritroveremo in Eva Braun, interpreta un uomo di cui sappiamo pochissimo, un nazista dei giorni nostri: introdotto in media res illuminato a intermittenza da un accendino, farnetica i suoi deliri di onnipotenza e sterminio in frasi agghiaccianti che torneranno per tutto il film insieme alle sue azioni scellerate (compiute veramente o solo sognate?). Il cinema e il documentario sono un’Arte unica per Scafidi, che infatti li alterna in modo libero e irregolare, spiazzando continuamente lo spettatore.
Caratterizzato da una voce angosciata e angosciante, scheggiata, quasi afona, il personaggio compie le azioni più abiette, all’interno di un mondo indefinito come il romanzo di Virgili, da cui recupera suggestioni e frasi contaminandole con il surrealismo e l’universo di Pasolini: Salò in primis – gli schiavi nel fango provengono da lì – ma anche le terre desolate di Porcile e Teorema (da cui riprende l’immagine dell’uomo che corre nella landa deserta e urla verso la macchina da presa).
Con una fotografia dal taglio molto cinematografico, Scafidi ci introduce in ambienti desolati: casermoni dove si torturano i prigionieri, interni con svastiche e schiave, esterni teatro anch’essi di nefandezze (l’aggressione della ragazza sulla sedia a rotelle sulle note di Puccini: da notare l’uso ricorrente della musica a contrasto), sordidi interni dove si pratica la sodomia, fino alla danza di morte finale dove il protagonista truccato da Hitler balla fino a morire accasciandosi nel suo sangue sulle note del Lago dei Cigni di Cajkovskij – mentre il documentario racconta la morte simile di Virgili.
Prodotto in modo indipendente da La Via della Mano Sinistra, Appunti per la distruzione è stato presentato in vari festival e distribuito in Dvd dalla peQuod, con allegato un libretto scritto da Scafidi e Riva De Onestis sulla genesi del film.
Davide Comotti
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